Torna dopo un po’ di tempo il trio TroDiSa, con un motivetto che
Vuole mettervi in guardia dall’uso incontrollato di certi medicinali.
“Ma si possono somministrare delle terapie senza il consenso del paziente, pur capace di intendere e di volere?”
LO SCIROPPO MIRACOLOSO
Testo di Sandro Glavina Musica di Gianfranco Troiano
C’è nel paese una bella casetta,
Dove viveva un’arzilla vecchietta,
Un po’ acciaccata, ma sana di mente
E non aveva bisogno di niente.
Un giorno freddo le venne la tosse
Per la vecchina come se nulla fosse,
Infatti il malanno non lasciò danno,
Ma un passeggero disturbo d’affanno.
Però le vicine, crocerossine,
Decisero allora di porgerle aiuto,
“quella vecchietta dobbiamo curarla”
Giurarono Giulia, la Pina e la Carla.
Le tre comari andarono allora
Dal farmacista un dì di buon’ora,
Per acquistare un forte sciroppo
Così per sanare il malanno di troppo.
“Fate attenzione” disse il dottore,
“Non più di un cucchiaio ogni tre ore,
Questo sciroppo fa ben guarire,
prendendone troppo si può morire”.
Le tre comari avevan convinto
La vecchia vicina a ricevere aiuto,
Pulire la casa e a cucinare,
Ma non si sognassero di volerla curare.
“Care comari” sbottò la vecchietta
“non voglio nulla della vostra ricetta,
Vi chiedo un favore prima di andare
Vogliate la cena per me preparare”.
Così la Pina che era maestra
Mentre era in cucina pensò come fare
Un po’ di sciroppo nella minestra
“Che la vecchietta l’è da curare”.
Quindi la Carla pensò che un pochino
Di quello sciroppo, aggiunto nel vino,
Era la cosa più giusta da dare
“Che la vecchietta l’è da curare”.
Infine la Giulia che aveva gran cuore
Pensò di versare la medicina,
Nella tisana della vecchina
Senza alterare l’odore e il sapore.
Mangiò la minestra, bevette il suo vino
Poi sazia, la vecchiana, andò nel lettino
E per dormire un letargo da orsi
La sua tisana bevette a gran sorsi.
Fors’era destino oppure fu un intoppo
Che la vecchietta dormì come un ghiro
E quello sciroppo bevuto di troppo
Le tolse l’affanno, ma anche il respiro.
Così le vicine, crocerossine
Porsero unanimi l’estremo saluto
“Quella vecchietta dobbiam sotterrarla”
Decisero Giulia, la Pina e la Carla.
Così le vicine, crocerossine
Porsero unanimi l’estremo saluto
“Quella vecchietta dobbiam seppellirla”
Fu la sentenza delle facce da pirla.
Fu la sentenza delle facce da pirla.