LA FATTORIA DELL’UNGHERIA
testo di Sandro Glavina Musica di Goanfranco Troiano
PARLATO
Alla fine della Puszta (“pusta”)
desolata e alquanto angusta
ho trovato un buon ristoro
in un casolare d’oro…
CANTATO:
Del Buon Tokaj m’han fatto bere
buona Palinka con le pere
piccante gulash e buon salame
hanno saziato la mia fame.
La fattoria dell’Ungheria
è come se fosse casa mia
e non vorrei mai andare via
perché mi trovo molto bene.
Andava spesso in Ungheria
una lontana cara zia,
che nel settanta era una spia
faceva parte della Cia.
Un giorno lei s’ubriacò
e tutto quanto spifferò,
così per colpa del Tokaj
passò dei brutti grossi guai.
Andò in prigione a Budapést
quasi le fecero la “fest”,
poi intervenne l’ambasciata
e venne presto liberata.
perché in politica si sa
fan compromessi a volte strani
ciò che c’è oggi non è domani
sia per chi resta sia per chi va.
La fattoria dell’Ungheria
è come fosse casa mia
e non vorrei mai andare via
perché mi trovo molto bene,
perché in politica si sa
fan compromessi a volte strani,
ciò che c’è oggi non è domani
sia per chi resta sia per chi va.
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Andava spesso in Ungheria ecc. ecc.